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Modena - Nell'omelia per la solennità del Patrono, l'arcivescovo Castellucci ricorda la "responsabilità" che ognuno di noi ha verso il prossimo.
Modena, 31 gennaio 2016. L'esistenza di ognuno di noi – come quella di San Geminiano – è un grande viaggio. Ma non è sufficiente viaggiare da soli o con gli altri: “Il senso vero della vita lo trova chi viaggia per gli altri, chi persegue una meta che va al di là del proprio interesse”, ha ricordato monsignor Erio Castellucci nell'omelia della solenne cerimonia in Duomo, in occasione della festa del Santo Patrono della diocesi (FOTO).
Per don Erio (nominato arcivescovo la scorsa estate, dopo la scomparsa di monsignor Antonio Lanfranchi) era la prima Messa Pontificale di San Geminiano: e già nel saluto introduttivo a tutti i modenesi, l'arcivescovo ha voluto rimarcare che “questa solennità è l'occasione più alta nell'anno per rafforzare la collaborazione tra tutte le autorità che operano per il bene comune, in un'alleanza che qui a Modena è davvero molto stretta, e crea nei cittadini una meritata fiducia verso le istituzioni”.
Prendendo spunto dalle letture scelte per la Messa, l'arcivescovo ha sottolineato che “Gesù non ci lascia alcun alibi: vuole che anche noi viaggiamo per i fratelli. Nella misura dei nostri compiti ecclesiali, familiari, professionali, civili, politici e militari, noi siamo 'responsabili' dei nostri fratelli, specialmente di quelli che Paolo chiama 'i deboli', le 'folle stanche e sfinite' che destano la compassione di Gesù”. Ritornando sui temi già trattati nella sua recente Lettera alla Città, don Erio ha dunque invitato a “considerare l'essere umano prima delle categorie a cui appartiene. Se un'autorità qualsiasi, anziché debole con i deboli, si facesse forte con i deboli o deboli con i forti, contraddirebbe il suo compito fondamentale, che è quello di riportare e assicurare la giustizia”.
Alla Santa Messa (concelebrata dall'arcivescovo con mons. Lino Pizzi, vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Germano Bernardini, vescovo emerito di Smirne, mons. Ignazio Bedini, vescovo emerito di Ispahan dei Latini, e mons. Eugenio Binini, vescovo emerito di Massa Carrara – Pontremoli) hanno preso parte numerose autorità, fra cui il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, che ha guidato il tradizionale corteo con cui il Comune di Modena offre al Santo i ceri e l'olio per la lampada, il senatore Carlo Giovanardi, il senatore Stefano Vaccari, il parlamentare Matteo Richetti, l'europarlamentare Cécile Kyenge, oltre al Prefetto Di Bari e ai rappresentanti delle forze dell'ordine.
C'erano anche delegazioni ufficiali dai Comuni di Pontremoli e San Gimignano, località che venerano lo stesso Patrono e che quindi hanno una sorta di gemellaggio con la città di Modena. Fin dal primo mattino migliaia di fedeli si sono messi in fila per rendere omaggio alla tomba del Santo, nella cripta del Duomo, mentre il centro storico cittadino è stato letteralmente invaso dalla folla per l'antica fiera, con 520 bancarelle.
ilrestodelcarlino.it 1 febbraio 2016
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